top of page

La batteria

STORIA

Le origini di ogni singolo pezzo della batteria sono, come abbiamo detto, molto antiche (vedi tamburo, grancassa e piatti). Tuttavia la batteria nasce, come strumento completo, verso la metà dell’Ottocento negli Stati Uniti. L’esigenza di “accorpare” in un unico strumento le tante percussioni suonate fino a quel momento da più persone deriva dalla necessità di portare le prime orchestre jazz nei locali pubblici in cui si fa musica. La batteria trova subito un suo spazio nel jazz, sia come strumento d’accompagnamento ritmico, sia come strumento solista. Nel decennio 1970-’80 si sono sperimentate batterie enormi, con decine di strumenti; negli ultimi decenni invece la tendenza è stata quella di riportare questo strumento a un numero contenuto di pezzi.

Piatti

Nella batteria i piatti possono essere anche più di uno. Sono fissati in cima a delle aste e vengono percossi dal batterista con le bacchette. Il più grande si chiama «ride», i più piccoli «crash».

batteria.jpg

Timpano

Situato generalmente alla destra del batterista, ha un utilizzo abbastanza ridotto. Molto spesso viene suonato in abbinamento con i tom.

Cassa

È il tamburo più voluminoso della batteria e viene percosso da un mazzuolo azionato da un pedale.

Tom

Si tratta di due tamburi che generalmente non vengono suonati durante l’accompagnamento di un brano ma soprattutto nei passaggi, ad esempio tra la strofa e il ritornello della canzone.

Charleston (hi-hat)

Si tratta di 2 piatti, più piccoli degli altri, che producono il suono sia grazie alla percussione delle bacchette, sia dal contatto tra l’uno e l’altro. Questo contatto viene provocato da un pedale azionato dal piede sinistro del musicista.

Rullante

È il tamburo più piccolo della batteria che viene a trovarsi tra le ginocchia del batterista. Percosso con le bacchette, produce un suono chiaro e penetrante.

bottom of page