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L'oboe

STORIA

L’oboe ha origini antichissime. Già nell’antico Egitto e poi in Grecia si utilizzavano strumenti a fiato che potremmo considerare progenitori dell’oboe. Nel Medioevo si diffonde in Europa con il nome di chalumeau (come il clarinetto). Dalla versione medievale deriveranno sia l’oboe moderno, sia il fagotto. L’oboe moderno è l’evoluzione di quello barocco. Fino a tutto il Cinquecento questo strumento è formato da un unico pezzo che termina con una grande campana. Nel Seicento invece si costruisce l’oboe in tre pezzi, che è anche quello attuale. Nel corso dei secoli è stato aumentato, dai costruttori di oboi, il numero delle chiavi, e ne è stata perfezionata la forma. Nella famiglia dell’oboe troviamo anche l’oboe contralto o corno inglese e l’oboe baritono.

Imboccatura L’imboccatura è ad ancia doppia. Per ancia doppia s’intendono due sottili lamelle di legno legate insieme e inserite nell’imboccatura. L’esecutore appoggia entrambe le labbra sull’ancia, che vibra rapidamente e trasmette le vibrazioni alla colonna d’aria.

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Parte centrale

La parte centrale dello strumento presenta da 16 a 20 fori. Alcuni di questi vengono chiusi direttamente dalle dita dell’esecutore, gli altri sono chiusi da un complesso sistema di chiavi metalliche.

Campana

La campana dell’oboe ha una dimensione leggermente più contenuta rispetto a quella del clarinetto.

COME SI PRODUCE IL SUONO

Nell’oboe il suono viene prodotto attraverso la vibrazione dell’aria immessa nell’imboccatura dello strumento dal soffio dell’esecutore. L’imboccatura dell’oboe è ad ancia doppia, costituita da due sottili lamine di canna o di metallo che l’oboista stringe leggermente tra le labbra mentre vi soffia attraverso.

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IMBOCCATURA AD ANCIA DOPPIA

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