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Il basso elettrico

STORIA

Il basso elettrico nasce verso la metà del Novecento sulla scia della chitarra elettrica. Rispetto al contrabbasso, il nuovo basso elettrico si mostra molto più maneggevole e leggero. L’evoluzione è continuata per oltre mezzo secolo e ha riguardato la scelta del legno, la possibilità di avere il manico e il corpo in un unico pezzo e soprattutto la parte elettronica, che ha fatto passi da gigante. Un’altra grande svolta si è avuta con il bassista Jaco Pastorius che ha “inventato” il fretless (basso senza tasti), con il quale ha raggiunto livelli di esecuzione straordinari.

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Paletta

La parte finale dello strumento (paletta) ospita i tiranti che servono per modificare la tensione delle corde fino a raggiungere la perfetta intonazione.

Manico e tastiera

Il manico è decisamente più lungo rispetto a quello della chitarra elettrica perché sono più lunghe, oltre che più grosse, le corde. La tastiera può avere i tasti (le stanghette che servono per delimitare il passaggio tra una nota e l’altra) oppure esserne sprovvista; in questo caso il basso è un «fretless» e, per intonare le varie note, occorre una precisione millimetrica.

Corde

Il basso elettrico tradizionale ha 4 corde intonate sulle seguenti note: Mi, La Re, Sol. A partire dagli anni ’80 questo strumento si è evoluto e sono comparsi sul mercato bassi a 5 corde (Si, Mi, La, Re, Sol) e addirittura a 6 (Si, Mi, La, Re, Sol, Do).

Potenziometri

Si trovano nella parte finale del corpo del basso e hanno forma di piccoli “bottoni”. Servono a controllare sia il volume del suono, sia la sua qualità, perché possono aumentare, diminuire o miscelare l’utilizzo dei due «pick-up».

Pick-up

Come nella chitarra elettrica, i suoni vengono catturati dai «pickup» che sono dei microfoni (generalmente 2) ospitati al centro del corpo dello strumento.

PRODUZIONE DEL SUONO

Nel basso elettrico il suono viene prodotto dall’esecutore pizzicando le corde con le dita della mano o utilizzando un plettro.

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