Il clarinetto
STORIA
Nasce da uno strumento medievale di carattere popolare, chiamato chalumeau. Soltanto nel corso del XVIII secolo viene perfezionato da Johann Christoph Denner e comincia a essere usato nella musica colta. Alla sua affermazione contribuisce soprattutto Mozart con il Trio K 498, il Quintetto K 581, il Concerto K 622 e le ultime sinfonie. Da allora il clarinetto è presente in modo stabile nelle orchestre sinfoniche. Un nuovo perfezionamento viene apportato nel 1812 da J. Müller, che migliora le chiavi portandone il numero a 13, e da T. Böhm, che nel 1844 fa assumere allo strumento la sua forma definitiva.
Imboccatura ed ancia
L'imboccatura contiene l'ancia che è una lamina flessibile, generalmente di canna. Vibra grazie al soffio dell’esecutore e trasmette la vibrazione alla colonna d’aria che si trova all’interno dello strumento, producendo il suono.
Pezzo medio inferiore
Nel pezzo medio inferiore ci sono altri fori e altre chiavi metalliche utilizzate dalla mano destra dell’esecutore.
Pezzo medio superiore
Il pezzo medio superiore è caratterizzato dalla presenza di fori che vengono chiusi dai polpastrelli della mano sinistra dell’esecutore o da alcune chiavi metalliche, per ottenere suoni di diversa altezza.
Ancia
Campana
La campana è la parte finale dello strumento. È a forma di vaso e da qui esce l’aria che, vibrando, produce il suono.
COME SI PRODUCE IL SUONO
Nel clarinetto il suono viene prodotto attraverso la vibrazione dell’aria immessa nell’imboccatura dello strumento dal soffio dell’esecutore. L’imboccatura del clarinetto è ad ancia semplice, costituita da una sottile lamina di legno o di metallo posta in vibrazione dal soffio del clarinettista.